toelettatura

Il pelo corretto dello Zwergschnauzer

di Bernardo Büchner Regazzoni (giudice specialista FCI e allevatore con l’affisso Zelebrität) – mia traduzione

Quando si parla del mantello dello schnauzer (nano ma non solo), non ci si deve fermare alla sua tessitura. È necessario considerare anche altri aspetti relativi al pelo (quali tipo, lunghezza, densità, struttura, strati e infine anche il colore) per valutare se questo sia corretto e funzionale alla luce dello standard di razza, qualsiasi esso sia, FCI o AKC.

Nello zwergschnauzer troviamo un’ampia varietà di tipi di pelo, che vanno dal dritto all’ondulato, fino al riccio. In realtà non c’è nulla di nuovo, non vi spaventate; basta considerare l’ampia varietà di tipi di pelo documentata nei fondatori della razza. Tuttavia, lo standard richiede espressamente che il pelo sia dritto, indipendentemente dalla sua reale lunghezza, e indica chiaramente quello ondulato come difetto; quello riccio poi è una sciagura per la nostra razza. Il pelo dello schnauzer non dovrebbe essere né troppo corto né troppo lungo, sia che si parli di pelo che di frange, naturali o toelettati. La lunghezza naturale ideale del pelo, a mio parere, dovrebbe essere al massimo di 5-6 centimetri (barba compresa) quando giunto a maturazione e pronto per essere rimosso. Dal momento che ai nostri giorni viene toelettato di frequente e tenuto più corto per scolpire forme anatomiche immaginarie, avrei preferito che ci fossimo tutti attenuti al dettame secondo cui “dovrebbe essere toelettato il minimo indispensabile per accentuare i profili del corpo”.

Sebbene utilizziamo spesso il termine “duro” per descrivere il mantello, lo standard richiede per l’esattezza che esso sia “ruvido” e “duro”. Questo fa nascere il dubbio se considerare questi due termini sinonimi o se il termine “ruvido” implichi una tessitura ancora più irsuta.

Anche lo spessore del singolo pelo fa la differenza, qui siamo prossimi alla setola

In inglese, le parole “wiry” (ruvido) e “harsh” (duro) sono spesso considerate come sinonimi utilizzati per indicare un pelo dalla tessitura ruvida. In tedesco però, la parola “Drahtig”, che si riferisce specificatamente a un pelo duro, suggerisce un più elevato livello di rigidità dei peli, che sottolinea ancor di più la desiderata robustezza della razza. Il pelo duro non è abbastanza: „𝐽𝑒 ℎ𝑎̈𝑟𝑡𝑒𝑟 𝑑𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑏𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟“ dice il testo tedesco, che significa “più duro è, meglio è”!

Peli soffici o setosi sono ovviamente un difetto. Mentre il vecchio standard richiedeva che anche le frange fossero dure, quello attuale ammette che il pelo sugli arti tende ad essere “meno duro”, ma mai molle. Un pelo molle è da considerarsi difetto indipendentemente da quale parte del corpo esso copra.

Un aspetto essenziale del pelo della razza è il fatto che deve essere sempre doppio per la presenza del sottopelo, più soffice e più corto del pelo di copertura – idealmente non superando un terzo della sua lunghezza massima. Quando entrambi crescono con la medesima lunghezza, questo non solo è un difetto, ma genera inevitabilmente problemi di gestione: si annoda più facilmente, impiega più tempo ad asciugare e trattiene molto più facilmente sporcizia e neve, richiedendo quindi molto più tempo e pazienza da parte del proprietario per il mantenimento. Tutto questo è un extralavoro indesiderato contrario a quanto lo standard di razza richiede.

L’equilibrio tra pelo di copertura e sottopelo è cruciale per la struttura complessiva del mantello e la sua funzionalità. Per quanto entrambi gli strati debbano essere folti, il sottopelo dovrebbe presentare una lunghezza costante su tutto il corpo, mentre il pelo di copertura sarà più lungo e presente in strati di diversa lunghezza a causa della muta naturale. Sorpresi? Il miglior pelo di schnauzer in realtà cade. Se non ci credete, provate a chiedere agli allevatori di medi.

Pelo e sottopelo devono rimanere ben distinti con lunghezze nettamente diverse

La muta gioca un ruolo vitale nel processo di mantenimento del pelo, in quanto ne facilita la gestione e ne migliora la resistenza agli agenti atmosferici creando una barriera protettiva stratificata. I mantelli che presentano questa caratteristica sono di gran lunga più funzionali, proteggono più efficacemente e si mantengono ordinati anche quando sono più lunghi senza richiedere una manutenzione continua.

Considerando invece la variabilità nella velocità di crescita, si dovrebbero preferire i mantelli più lenti, sempre per un discorso di minore necessità di manutenzione e poiché rimangono spontaneamente ordinati più a lungo con un minimo intervento di toelettatura.

Come ogni altro aspetto, ottenere un pelo ideale richiede un attento lavoro di selezione dei diversi tratti genetici, che miri a racchiudere le principali caratteristiche essenziali, ovvero:

  1. essere duro,
  2. essere capace di proteggere adeguatamente il corpo dal freddo e dalle intemperie,
  3. richiedere la minima manutenzione possibile.

Leggiamo spesso sui social le considerazioni degli allevatori di vecchia data che lamentano la progressiva perdita di qualità del mantello, sempre più tendente al molle e al lungo; siamo anche tutti quanti consci delle difficoltà di gestione che questo tipo di pelo crea ai proprietari nella vita di tutti i giorni. Come potevamo pensare che sarebbe stata una buona idea preferire soggetti con pelo più lungo e molle nella selezione dello zwergschnauzer?

La sopravvivenza della razza per più di 125 anni sarebbe stata impossibile se i contadini che tenevano i loro schnauzer nelle stalle avessero dovuto portare i propri cani a toelettare ogni 4 settimane.

In foto: standard FCI (attuale), standard AMSC (1935), standard PSK (1957), standard AKC (attuale).

Nota: tutti gli standard descrivono il pelo (e le frange) come dovrebbe essere nelle sue condizioni naturali. Sì, fate attenzione a questo dettaglio. Per quanto la toelettatura aiuti a mascherare le pecche di un mantello non ideale sulla via verso il suo miglioramento, essa è una necessità che non rappresenta una parte permanente della razza. Come disse saggiamente un vecchio allevatore “la qualità del pelo si migliora nella cassa parto e non sul tavolino da toelettatura”.

La selezione del pelo corretto: perché è così importante

Il pelo di Idyll

Quella che a prima vista potrebbe sembrare solo una fissazione meramente estetica, ovvero selezionare attentamente i riproduttori anche per le caratteristiche del loro mantello, nasconde in realtà qualcosa di più profondo, che ha un impatto reale sulla vita quotidiana di chi sceglie di condividere la propria vita con uno Schnauzer; questo senza mai tralasciare salute ed equilibrio caratteriale, che devono comunque essere al primo posto quanto a priorità di allevamento.

Se per il neofita distinguere un buon pelo da uno meno buono può essere complicato, ritengo che ogni allevatore, che abbia a cuore la salvaguardia dei tratti tipici della razza preservandoli dalla degenerazione, debba considerare tra i primi elementi di scelta proprio la qualità del mantello dei riproduttori.

La motivazione primaria è di ordine pratico: sappiamo che tutti i nostri cuccioli finiscono in famiglie i cui membri non hanno tempo e/o voglia e/o manualità per seguire in modo quotidiano il pelo dei loro cuccioli, e quindi dobbiamo facilitare loro la vita. Il come è presto detto: privilegiare nella scelta quei riproduttori il cui mantello è naturalmente di facile manutenzione. Quali sono le caratteristiche che ricerco a questo scopo? Dal mio punto di vista si possono riassumere nei seguenti requisiti:

  1. Il pelo sulle zampe e la barba non devono essere eccessivamente abbondanti. Nel tempo ho riscontrato che il pelo sulle zampe molto folto e tendenzialmente soffice è correlato ad un eccesso di sottopelo su tutto il corpo del cane, cosa che ha diversi impatti negativi:
    • richiede un lavoro quantomeno settimanale di slanatura importante;
    • tende ad annodarsi, specialmente sulla linea ventrale, le ascelle e nella barba;
    • fa apparire il cane disordinato, in quanto il sottopelo cresce attorno al pelo e spesso lo supera in lunghezza;
    • rende lo stripping semestrale più difficile, lungo e più fastidioso per il cane stesso (oltre che per il toelettatore).
  2. Il pelo di copertura deve essere spesso, dal calibro importante. Questo perchè peli così robusti, simili a setole, sono molto cheratinizzati e per loro natura trattengono meno particelle di sporco e di cattivo odore; aggiungiamoci anche che sono più lucenti, e quindi ne consegue che non c’è necessità di bagni frequenti per tenere questo tipo di mantello irsuto splendente e senza odori.
  3. Infine, cani con mantello naturalmente duro, spesso e con la giusta quantità di sottopelo presentano di norma condotti auricolari con inferiore crescita di peli al loro interno, e quindi più facile manutenzione e minor rischio di insorgenza di cerume eccesssivo, otiti e malattie da lieviti. Consiglio sempre e comunque ai nuovi proprietari di continuare l’abituazione iniziata in allevamento di una manipolazione completa, compresa quella periodica delle orecchie, anche semplicemente per rimuovere con una pinzetta i pochi peli che dovessero crescere al loro interno.

Se tutti questi aspetti possono sembrare ad un primo sguardo meri dettagli, assicuro che nella routine settimanale di manutenzione del pelo di uno Schnauzer possono significare decine e decine di minuti di lavoro in meno, e molti meno grattacapi per la sua salute!

Astolfo si fa bello

Astolfo (Hipster della Costa del Vento) è tornato con i suoi proprietari Fabio & Silvia a trovarci per la periodica toelettatura, e come il vino buono, di cui tra l’altro sono grandi intenditori, continua a migliorare con il passare degli anni!

C’era una volta lo stripping…

Viviamo in un’epoca di continua accelerazione, in cui ogni cosa deve essere veloce, efficiente e semplice.

Questo impulso a rendere tutto più rapido ha riguardato, nel suo piccolo, anche la toelettatura dei nostri cani a pelo duro e ne ha cambiato completamente approccio e risultati.

Una volta si eseguiva il semplice stripping completo, che consisteva nella (più o meno semestrale) rimozione manuale completa e contemporanea di tutto il pelo di copertura ormai maturo così da ovviare alla muta naturale che nelle nostre razze non avviene in modo spontaneo, in quanto il singolo pelo ruvido, per la sua particolare struttura, anche una volta morto permane all’interno del follicolo pilifero. I puristi eseguono tale intervento a mani nude (sì esatto, più o meno come si spenna una gallina…) al fine di annullare il rischio, seppur minimo, di tagliare o sfibrare con coltellino o pietra pomice il pelo morto senza estriparlo alla radice.

[DOVEROSA PRECISAZIONE: il cane non prova dolore nel momento in cui gli viene strappato del pelo di copertura morto, in quanto questo ha perso il collegamento con le terminazioni nervose presenti nel follicolo a seguito della sua morte. Solo nei cani anziani a volte subentra una certa sensibilità cutanea, per questo personalmente lo faccio a tappe, in brevi sessioni nell’arco di 3/4 giorni consecutivi, come Bisou in questa foto]

Lo stripping completo, effettuato omogeneamente su tutte le aree strippabili del corpo del cane, consente di “sincronizzare” il ritmo di crescita del nuovo mantello; questo può apparire un vantaggio trascurabile (e forse lo è nei cani unicolore), ma non lo è del tutto nei cani con pelo a bande, come lo schnauzer pepe e sale. L’effetto ottico del pelo a bande cresciuto allo stesso tempo permette di ottenere – a mio parere – la massima esaltazione di tonalità e sfumature che ci fanno amare questo colore per noi unico. Non avremo selle nere sul dorso, macchie con pelo rado e quindi con sottopelo (tendenzialmente più giallastro) esposto, ma un uniforme alternarsi infinito di punti di colore neri e bianchi, che si trasformano in grigio, e nei peli migliori e con la giusta luce solare, quasi in azzurro.

Flair… in perfetta forma!

Ovviamente la genetica ha un ruolo importante nel determinare il risultato finale, ma una gestione con stripping completo scommetto sia in grado di migliorare nel giro di un paio di cicli l’aspetto complessivo anche di quei cani (come ad esempio i pepe sale portatori del gene del nero/argento) che di partenza hanno una distribuzione del colore non ideale.

Qual’è il rovescio della medaglia di questo tipo di toelettatura? E’ proprio qui che mi ricollego alla premessa iniziale, legata all’esigenza odierna di velocità, efficienza, risultati… Il rovescio della medaglia è semplicemente l’attesa.

Questo perché dal giorno dello stripping è necessario attendere anche 1 mese o 1 mese e mezzo – durante il quale l’unica operazione da effettuare è quella di slanatura settimanale con pietra pomice, Coat King o Furminator – prima di avere il mantello in condizioni sufficienti da poter essere esposto in ring. Una volta raggiunta una minima adeguata copertura, il pelo continuerà comunque a migliorare settimana dopo settimana man mano che cresce, e normalmente rimarrà in condizioni tali da poter essere presentato in ring per un paio di mesi circa (tutti i riferimenti temporali possono variare sensibilmente da soggetto a soggetto), al termine dei quali il pelo comincia ad aprirsi in ciocche e bisognerà programmare a breve un nuovo stripping. In termini pratici, un cane gestito in questo modo poteva (e parlo al passato visto che almeno negli schnauzer nani questa pratica è quasi completamente in disuso) essere esposto circa 4 mesi in un anno solare, il che comportava tutta una serie di calcoli in funzione degli appuntamenti a cui non si voleva assolutamente mancare e per i quali si voleva avere il mantello al top.

Attualmente la gestione più comune consiste invece nel cosiddetto rolling coat, ovvero la rimozione più o meno settimanale di piccoli quantitativi di pelo giunto a maturazione con coltellino o pietra pomice, così da avere un continuo turnover e quindi avere una condizione media del pelo accettabile per tutto l’anno. Per accettabile intendo che il mantello, presentando contemporaneamente peli in stadi di maturazione diversi, presenta spesso un aspetto meno uniforme nella distribuzione del colore e una maggiore percentuale di peli spezzati, sfibrati o piegati.

Noi per i nostri cani optiamo per uno stripping completo periodico, un po’ perché siamo abitudinari, un po’ perché amiamo le vecchie tradizioni – e ci teniamo nel nostro piccolo a tenerle vive – e un po’ perché siamo pigri e siamo sicuri che per il rolling coat non avremmo la costanza necessaria 🙂

Il bell’Astolfo

Cresce davvero bene Astolfo (Hipster della Costa del Vento per l’anagrafe). A solo un anno di età dimostra già una fisicità notevole, oltre che un temperamento semplicemente adorabile. Grazie a Silvia e Fabio per averlo cresciuto così bene, sano e molto equilibrato!