allevamento

Clonazione… no grazie!

La notizia secondo cui il nuovo presidente dell’Argentina abbia fatto clonare il suo Mastiff ottenendo 4 cuccioli-copie mi era sembrata all’inizio una bufala; nella mia ingenuità non credevo che la clonazione fosse davvero una pratica impiegata per scopi commerciali.

Ne trovo però conferma nel sito di PerPETuate Inc., che l’ha eseguita; sempre dal sito leggo che ad oggi hanno ottenuto più di 70 cuccioli con questa tecnica, la quale, sebbene “tecnicamente possibile, continua ad essere complicata e costosa” (cito dalle FAQ).

Lasciando per un attimo da parte le implicazioni bioetiche insite nella clonazione (un argomento troppo complesso per me), mi auguro (temo invano) che a nessun facoltoso allevatore venga in mente di clonare il proprio campione, decretando così l’inizio della fine del nostro hobby/passione/ossessione per la selezione del cane di razza.

Pensandoci bene 70 sono tanti…. chissà che non siano già in qualche ring?!

La clonazione spiegata semplice [fonte Wikipedia]

Anniversario

Esattamente 10 anni fa nasceva la nostra prima cucciolata di schnauzer nani, quella di Ego, Easy, Energy (Nova) e Emotion (Lilo).

In questi dieci anni sono successe davvero tantissime cose nella nostra vita di allevatori: molte belle, alcune tristi, altre sorprendenti, altre ancora scioccanti. Ci sono stati tanti momenti di euforia ma anche diverse delusioni, tali da farci credere che fosse meglio smettere piuttosto che continuare. Nonostante tutto siamo ancora qua, con le idee chiare e con la voglia di provare a raggiungere i nostri obbiettivi di allevamento, seppure con i pochi mezzi a disposizione!

Grazie a tutti coloro che hanno creduto in noi accogliendo nella loro famiglia un nostro cucciolo – a partire da Mara, Francesca & Giacomo, Claudia & Maurizio e Annamaria & Max (i proprietari dei 4 splendidi cuccioli E) – e grazie in anticipo anche a chi vorrà farlo in futuro!

Ancora auguri Easy, Nova, Lilo e un bacio a Ego che ci guarda da lassù!

Aggiornamento professionale

Nonostante l’allevamento per noi sia una grande passione, cerchiamo di farlo con un approccio il più possibile professionale e scientifico, oltre che empatico. Per questo motivo l’aggiornamento è importante, e grazie a questa giornata formativa organizzata da UniMi, DIVAS ed ENCI, è stato possibile approfondire alcuni aspetti di etologia, immunologia, nutrizione, parassitologia e riproduzione alla luce delle più recenti scoperte della ricerca con veterinari specialisti. Un’iniziativa davvero lodevole!

Attestato giornata di studio per allevatori 2023

Cosa significa per noi allevare?

Parlando con le persone che ci contattano per informazioni sui cuccioli, mi sono reso conto che ancora oggi, nell’immaginario popolare l’allevamento è quasi sempre il canile con 40/50 cani che abbaiano all’unisono all’arrivo dei visitatori, con orari di apertura, con cuccioli (e talvolta anche adulti) più o meno sempre disponibili alla vendita. Non appena specifico che l’allevamento è la nostra passione ma non il nostro lavoro, che i nostri pochi cani (quasi tutti anziani e non in riproduzione) vivono in casa con noi, che non abbiamo orari di apertura, e che facciamo – se va bene – una cucciolata all’anno, avverto dall’altro capo della linea una lieve delusione mista a smarrimento. Delusione perché nel 99% dei casi il cucciolo che cercano non è prontamente disponibile, e smarrimento perché immagino qualcuno ritenga ancora che amatoriale sia sinonimo di dilettantesco, ovvero non strutturato, improvvisato.

Una giornata tipica nel nostro allevamento…

Il primo aspetto, ovvero la fretta di avere un cucciolo, è un’esigenza più che comprensibile (perché anche noi prima di essere allevatori siamo e siamo stati dei semplici proprietari), ma non dovrebbe far perdere di vista altri fattori importanti che sarebbe bene tener in conto per effettuare un acquisto consapevole. Questo argomento merita un approfondimento a parte e quindi non mi dilungo qui.

Sulla seconda questione, ovvero quella del supposto “dilettantismo” di chi alleva a livello amatoriale, come per ogni questione complessa è impossibile generalizzare; il mio intento qui è quello di porre sotto i riflettori alcuni aspetti di un processo rigoroso di selezione casalinga di cui forse non si parla abbastanza e che potrebbero aiutare a vedere la questione con occhi diversi.

Gli allevamenti amatoriali sono piccole realtà, con pochi cani e che fanno poche cucciolate

L’allevamento canino ha una tempistica che è scandita dal susseguirsi di processi biologici che hanno la loro durata definita da Madre Natura e che non possono essere compressi (nascita, svezzamento, pubertà, maturità sessuale, estro, accoppiamento, gestazione, nascita e via da capo); è quindi una pratica che già di suo richiede tempo, tanta pazienza e molte prove/errori per vedere qualche risultato fissato in termini di omogeneità e miglioramento della razza. Vien da sé che se i riproduttori sono pochi e le cucciolate sono rare, il tutto è ulteriormente complicato, lento e molto suscettibile a colpi di fortuna (quasi mai) e a sfortunati imprevisti (quasi sempre), i quali rendono la strada verso la fissazione di tratti caratteriali e morfologici desiderabili ancora più impervia.

Cuccioli schnauzer nano pepe sale
I numeri sono piccoli, poi a volte sono MOLTO piccoli, come nelle cucciolate monocucciolo!

Proprio per questi motivi chi alleva con numeri ridotti sa che deve cercare di scegliere sempre il meglio per avere più chance di progredire verso i suoi obiettivi di selezione; ciò si concretizza spesso nell’investire tanti soldi e tanto tempo in verifiche morfologiche, controlli sanitari e in accoppiamenti con maschi di qualità (spesso anche lontani). Capisco benissimo che per i potenziali acquirenti questi aspetti possono non essere determinanti, ma in realtà un cucciolo che è frutto di lunghi ragionamenti, analisi, controlli e valutazioni racchiude in sé le migliori premesse per una vita sana e lunga. Quindi per un cucciolo frutto di una selezione al limite del maniacale vale quasi sempre la regola del “chi più spende prima, meno spende poi” (e spesso non spende nemmeno di più).

L’allevamento è in primo luogo un atto di responsabilità verso chi si fa nascere

L’investimento in termini di tempo ed energie di chi alleva come noi tra le mura di casa propria è totale, ma pochi considerano il coinvolgimento emotivo di chi alleva e la responsabilità che questo comporta, ovvero nel far nascere delle vite che in realtà abbiamo deciso noi di far nascere. Nessun cucciolo è un numero, ma ciascuno di loro è una piccola vita che osserviamo e seguiamo dal primo respiro, a cui assegniamo sempre quasi da subito un nomignolo e che riconosciamo anche in una cucciolata di 8 al primo sguardo. Seguiamo con attenzione, trepidazione e un po’ di apprensione lo sviluppo di ogni cucciolo giorno dopo giorno, manipolandolo, facendo stimolazione sensoriale, pesandolo e osservandolo seduti sul pavimento a fianco della cassa parto, rinunciando a molte ore di sonno, alla salute di schiena e ginocchia, e anche ad una vita sociale. Nessuno si aspetta che tutto questo venga interamente ricompensato dal punto di vista economico, anche perché non avrebbe prezzo, ma è anch’esso un investimento sul futuro del cane, che nel medio termine dà quasi sempre dei risultati tangibili in termini di maggior equilibrio e socievolezza.

L’allevamento è anche un atto di rispetto verso chi ha allevato le nostre razze prima di noi…

Chi alleva con un obiettivo zootecnico (che in linea di massima dovrebbe sempre essere preservare le caratteristiche della razza nella sua forma più pura senza snaturarne alcuna) ha ben chiari i sacrifici compiuti dagli allevatori che lo hanno preceduto, e sente la responsabilità di portare avanti il loro lavoro rispettandolo e possibilmente valorizzandolo. Le razze canine sono lo strabiliante risultato dell’interazione tra le caratteristiche uniche nel regno animale del Canis lupus familiaris e l’ingegno dell’uomo, che in tempi remoti e senza alcuna nozione scientifica ha saputo fissare alcune sue caratteristiche utili alla mutua sopravvivenza. Per questo le razze possono essere considerate, al pari di monumenti, libri o opere dell’ingegno, veri e propri patrimoni dell’umanità, che in quanto tali dovrebbero essere tutelati. E’ questa la responsabilità che sente chi ama, studia e cerca di valorizzare una razza.

Chi decide di accogliere nella propria famiglia un cucciolo di razza dovrebbe sempre essere consapevole delle origini, delle funzioni e delle doti caratteriali che la contraddistinguono, e valutare prima dell’acquisto, consultandosi con l’allevatore, se tali peculiarità si addicono allo stile di vita che può offrire al cane. L’allevatore serio non cercherà mai di cedere un suo cucciolo a tutti i costi a famiglie che non ritiene adatte ad accoglierlo; questo è poco ma sicuro.

Coccolare un cucciolino è sempre la nostra occupazione preferita!

Dietro a una nostra cucciolata c’è quindi molto più di quanto appaia a prima vista. Ci sono passione, sacrificio e responsabilità, prima di tutto; noi nel nostro piccolo ce li mettiamo sempre. Non potremmo farlo in altro modo.